Produzione di Brunello di Montalcino: come avviene?

Il Brunello di Montalcino è senza ombra di dubbio uno dei vini simbolo della regione Toscana, si tratta essenzialmente di un vino rosso dotato di una Denominazione di Origine Controllata e Garantita, l’uva utilizzata per la sua produzione infatti deve essere coltivata nei terreni situati nel comune di Montalcino, in provincia di Siena.

Con il termine Brunello la popolazione toscana voleva indicare una particolare varietà di uva; nel 1879 si scoprì però che questa specie nient’altro era che la classica Sangiovese, da quel momento quindi si determinò che il Brunello fosse un vino prodotto in purezza solo con le uve appartenenti a questa specie autoctona.

Andiamo alla scoperta dei metodi di produzione del Brunello di Montalcino, così amato ed apprezzato in tutto il mondo per via del suo colore rosso rubino, dell’odore intenso che ricorda aromi di ciliegia, spezie e geranio, e del sapore caldo, asciutto, persistente e robusto.

Per produrre del Brunello di Montalcino bisogna assolutamente che i vigneti sottostiano ad una serie di requisiti base senza i quali non si potrebbe parlare di questa particolare tipologia di vino. L’area geografica di produzione è circoscritta alle colline intorno a Montalcino, non si devono però superare i 600 metri sul livello del mare.

Il terreno appare molto vario a seconda della zona specifica di coltivazione, questo perché la sua formazione appartiene a ere geologiche differenti, si va quindi da zone argillose a zone sabbiose che hanno come minimo comune denominatore calcari e arenarie miste a galestro e alberese.

L’allevamento avviene quasi per la totalità in vigna a cordone speronato, il segreto che rende questo vino così qualitativo è infatti da ricercarsi proprio all’interno della sua coltura, qui infatti vengono attuate una serie di procedure manuali che vanno dalla potatura, al diradamento dei grappoli fino ad arrivare ad opere di contenimento della vegetazione che consentono la produzione e la selezione di frutti considerati migliori rispetto a quelli che si svilupperebbero in condizioni naturali.

Il Brunello di Montalcino deve assicurarsi un tasso alcolico del minimo 12{eae1c0dcee4ae46916097703ae3882a5a40cf138e9c96256ec1658837a018b05}; qualora sull’etichetta si volesse specificare la vigna di provenienza, le uve di quest’ultima devono essere in grado di raggiungere il 12.5{eae1c0dcee4ae46916097703ae3882a5a40cf138e9c96256ec1658837a018b05}.

La produzione effettiva del Brunello di Montalcino è lunga e laboriosa, questo vino infatti è considerato uno di quelli più longevi al mondo insieme al Barolo. Una volta terminata la vendemmia il vino deve essere sottoposto ad un periodo di riposo in botti di rovere non inferiore ai due anni, quando viene imbottigliato deve poi rimanere per almeno quattro mesi in loco prima di essere immesso sul mercato, generalmente infatti è possibile venderlo al pubblico solo 5 anni dopo l’annata di produzione.

Questo vino può ricevere la denominazione di “riserva” solo dopo aver sostato per almeno 6 anni in affinamento, in questo caso però la permanenza in bottiglia non deve essere inferiore a 6 mesi. Le bottiglie utilizzate per la sua conservazione devono essere di tipo bardolese di vetro scuro e chiuse tramite tappo in sughero. È bene ricordare che per essere definito DOCG il Brunello di Montalcino deve essere vinificato, conservato, affinato nelle botti ed imbottigliato solo ed esclusivamente nelle zone di produzione dello stesso.